Il Rovo è una pianta a portamento cespuglioso-arbustivo appartenente alla famiglia delle Rosacee, presente nel nostro territorio con varie specie. Le più diffuse sono il Rovo selvatico, Rubus ulmifolius, e il Rovo comune, Rubus fruticosus. Le loro caratteristiche morfologiche sono molto simili. Questo piccolo cespuglio si espande molto in larghezza, è una pianta sarmentosa cioè si appoggia sulle siepi e sulle rive dei fossi. Il rovo selvatico è molto spinoso in tutta la lunghezza dei lunghi rami mentre le varietà coltivate non presentano spine. I fiori sono bianco-rosati e raccolti in racemi. Le infruttescenze sono le more di rovo, che fanno parte dei frutti di bosco. Prima sono rosse e poi diventano viola-nerastre e lucide, a maturazione. Le more di rovo selvatiche sono più piccole. Hanno sapore dolce-acidulo e sono gustose quando sono ben mature. Il suo habitat è nelle siepi, in riva ai corsi d’acqua, nelle radure e nelle zone semiombreggiate delle boscaglie. I getti del rovo fioriscono e fruttificano il secondo anno e dopo la fruttificazione si seccano.
In antichità
Conosciuto fin dai tempi dell’Antica Roma, Virgilio lo menziona nelle “Georgiche”: “… è tempo d’intessere canestri leggeri con virgulti di rovo”. Anche Apicio, gastronomo e cuoco romano, circa 2.000 anni orsono, descrisse l’uso delle more di rovo mescolate al miele, per una salsa agrodolce. Dioscoride, botanico e medico dell’esercito romano, tritava le foglie del rovo e le appoggiava sulle ferite per favorire la cicatrizzazione.
Proprietà
Sono dei veri integratori naturali. Contengono vitamine C, A, K e il gruppo B, acido folico, sali minerali, fosforo, ferro, potassio e calcio, antocianine e flavonoidi, con azione antiossidante e perfino antitumorale. Le more sono diuretiche, dissetanti, depurative, energetiche e antianemiche. Sono benefiche per la circolazione sanguigna, l’apparato digerente e irritazioni della gola. Per calmare le infiammazioni delle gengive si possono masticare alcune foglie di rovo, si avrà immediata sensazione di sollievo e freschezza.Una semplice tisana con more e foglie di rovo rasserena il cuore e lo spirito e rafforza le nostre difese immunitarie. Il naturalista svedese del settecento, Carl von Linné, beveva abitualmente questo gradevole infuso.
Usi
Le more, come gli altri frutti di bosco, dopo la raccolta vanno consumate velocemente perché sono facilmente deperibili. Raccogliamo le more in zone lontane dal traffico e non inquinate. Possiamo piantare un arbusto di more di rovo nel nostro giardino, avremo la soddisfazione di raccogliere frutti di bosco freschi e saporiti.
Possiamo anche coltivarlo in un vaso in terrazzo, è una pianta rustica e anche ornamentale, sia durante la fioritura che con i suoi bei frutti. In alternativa le troviamo surgelate, anche insieme ad altri frutti di bosco. Possiamo usarle per farcire dolci, macedonie, yogurt e gelati, è una aggiunta raffinata, sana e gustosa. Si può preparare un’ ottimo liquore digestivo mettendo in un contenitore richiudibile, un litro di grappa con due etti di more di rovo e mezzo limone bio a fettine.
Chiudere e far riposare per circa un mese capovolgendo e squotendo il contenitore due-tre volte ogni settimana. Trascorso un mese, filtrare, conservare in frigo e gustare l’elisir.