L'obesità infantile rappresenta, oggi, uno dei problemi sanitari più urgenti da affrontare in Italia. I dati raccolti dalla Società Italiana Pediatria non lasciano spazio a dubbi sulla pervasività del fenomeno: un bambino di 9 anni su 10 è obeso, 2 su 10 sono in sovrappeso e 1 su 20 ha la glicemia elevata. Se è sicuramente vero che questa patologia ha radici e origini di tipo anche psicologico, gli esperti sono convinti che molto si possa fare per prevenirla a tavola, che ci si trovi in casa oppure a scuola.
Obesità infantile, l’epidemia del nuovo Millennio
Nel 2007 è nato proprio per monitorare i casi di sovrappeso e obesità nei bambini tra i 6 e i 10 anni l’Osservatorio OKKIO alla Salute, promosso e finanziato dal Ministero della Salute/CCM, e coordinato dal Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute (CNESPS) dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) in collaborazione con le Regioni, il Ministero della Salute e il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca.
I dati più recenti, che fanno riferimento al 2016, confermano quanto rilevato dalla SIP: il 21,3% dei bambini in età scolare è in sovrappeso, mentre il 9,3% soffre di obesità. È incoraggiante, però, osservare come dal 2008 il tasso di obesità sia calato del 22,5% così come sono diminuiti anche i casi di bambini e bambine in sovrappeso: l’eccesso ponderale, ovvero la somma dei due elementi considerati, è diminuito del 13%.
Contemporaneamente, si è rilevato anche un aumento del consumo di frutta e verdura tra i bambini, a cui fa da contraltare una minor diffusione di bibite gassate e merendine.
Cresce, dunque, la sensibilità dei genitori rispetto alla salute dei propri figli a tavola, ma si tende ancora a sottostimare lo stato dei bambini: il 37% delle madri di bambini in sovrappeso o obesi, per esempio, ritiene che il proprio figlio sia normopeso o addirittura sottopeso.
Per questa ragione, e poiché restano alti i valori di inattività dal punto di vista motorio, è cruciale riflettere su alcune strategie preventive che possono contribuire ad un futuro più salutare dei bambini.
Prevenire l’obesità infantile
Secondo la Fondazione Italiana per la Lotta contro l’Obesità Infantile Onlus, quando parliamo di prevenzione di questa patologia facciamo riferimento a tre azioni contemporanee: da un lato, infatti, non si può prescindere da una vera e propria correzione delle abitudini e degli stili di vita scorretti dei bambini sin dalla più tenera età; in secondo luogo, è necessario promuovere la cultura della vita sana a 360°; infine, è imprescindibile un supporto psicologico e sociale ai bambini obesi, realizzato da professionisti, esperti e specializzati che sappiano guidare il giovane paziente verso un futuro salutare.
Educazione alimentare, anche a scuola
L’aspetto educativo ad uno stile di vita sano dovrebbe essere attuato a partire dalle scuole: in aula, come nelle mense scolastiche, infatti, è possibile intervenire promuovendo il consumo di cibi sani, spiegando per esempio perché mangiare una mela come merenda è più sano di una merendina. Inoltre, accompagnare i pasti con delle lezioni che ne rendano esplicita la logica può stimolare i bambini a riportare alcune buone abitudini anche a casa.
Mangiare insieme ai propri figli
Proprio a casa si può fare molto per prevenire non solo l’obesità infantile, ma anche altri disturbi di tipo alimentare e patologie che derivano ad uno stile di vita scorretto. Quando genitori e figli sono abituati a mangiare insieme i bambini sono anche più sani. In particolare, il 79% dei genitori, per esempio, vieta ai bambini di mangiare davanti alla tv e il 67% di portare il cibo in camera, mentre il 35% coinvolge abitualmente i figli nella preparazione dei pasti.
Tra le abitudini da trasmettere e condividere, gli esperti ricordano di puntare su 5 pasti al giorno, in ognuno dei quali dovrebbe essere presente almeno un frutto o una verdura, possibilmente di stagione e variando durante la giornata. Gli spuntini fanno bene, l’importante sarebbe scegliere soluzioni sane, senza necessariamente rinunciare al gusto o al divertimento: i pediatri e i nutrizionisti consigliano, per esempio, composizioni colorate di frutta o anche i succhi di frutta. Ma attenzione al fatto che siano 100% frutta senza zuccheri aggiunti e che non superino la metà del fabbisogno giornaliero di questo tipo di alimenti.
Assolutamente da evitare è l’abitudine, ancora piuttosto diffusa, di utilizzare il cibo per distrarre il bambino che “disturba” e per farlo stare buono: questi sono i casi in cui più spesso si ricorre a cibi confezionati e snack calorici e poco sani, e si rischia di innescare un circolo vizioso.
Dare il buon esempio
Infine, quando si parla di buone abitudini alimentari e stili di vita sani che favoriscano la prevenzione è importante sottolineare il fatto che il genitore dovrebbe ricordare sempre di dare il buon esempio: poche strategie sono più efficaci, infatti, di mostrare ai bimbi che si mangia frutta e verdura insieme, oppure fare attività motoria, anche blandamente, insieme. L’unione fa la forza e, in questo caso, anche la salute.