Numerosi studi confermano che il tempo dedicato ad attività all'aperto è
drasticamente diminuito nel corso degli ultimi anni. La frenesia della
modernità è ormai cosa nota con il suo corollario di Internet, social
network, intrattenimento on demand: tutte possibilità offerte dalle
nuove tecnologie che, se da un lato hanno aperto nuove prospettive sul
mondo, dall'altro hanno eroso minuti preziosi un tempo dedicati a
passeggiate, biciclettate, escursioni.
I ricercatori concordano sul fatto che occorre trovare un buon equilibrio tra vita all'aria aperta e attività al chiuso. Evitare un'eccessiva “artificializzazione” delle nostre vite porta a numerosi e documentati vantaggi tra i quali spicca una maggiore e rinnovata vitalità da intendersi come minore sensazione di affaticamento: come affermato dal Prof. Richard Ryan dell'Università di Rochester, “la natura è il combustibile dell'anima”. Il contatto con la natura, poi, riduce lo stress percepito e aumenta la creatività sino al 50%, aspetto fondamentale per molte occupazioni contemporanee. Chi vive in quartieri dotati di aree verdi mostra un migliore stato di benessere psicofisico complessivo e il contatto con alberi e arbusti consente un miglioramento del quadro clinico di persone affette da malattie mentali.
Il verde quindi contribuisce in modo sostanziale al nostro benessere psicologico. Ma che dire della sua valenza prettamente fisica? In altri termini, a cosa serve arricchire le dotazioni verdi delle nostre città? Perché, si potrebbe obiettare, se i benefici fossero solo di carattere mentale, una volta raggiunto un certo limite di stress, ci si potrebbe regalare un fine settimana all'aperto o concedersi una corsa nel parco per ripartire con slancio.
I ricercatori concordano sul fatto che occorre trovare un buon equilibrio tra vita all'aria aperta e attività al chiuso. Evitare un'eccessiva “artificializzazione” delle nostre vite porta a numerosi e documentati vantaggi tra i quali spicca una maggiore e rinnovata vitalità da intendersi come minore sensazione di affaticamento: come affermato dal Prof. Richard Ryan dell'Università di Rochester, “la natura è il combustibile dell'anima”. Il contatto con la natura, poi, riduce lo stress percepito e aumenta la creatività sino al 50%, aspetto fondamentale per molte occupazioni contemporanee. Chi vive in quartieri dotati di aree verdi mostra un migliore stato di benessere psicofisico complessivo e il contatto con alberi e arbusti consente un miglioramento del quadro clinico di persone affette da malattie mentali.
Il verde quindi contribuisce in modo sostanziale al nostro benessere psicologico. Ma che dire della sua valenza prettamente fisica? In altri termini, a cosa serve arricchire le dotazioni verdi delle nostre città? Perché, si potrebbe obiettare, se i benefici fossero solo di carattere mentale, una volta raggiunto un certo limite di stress, ci si potrebbe regalare un fine settimana all'aperto o concedersi una corsa nel parco per ripartire con slancio.
I benefici in città
Il verde, in tutte le sue forme, è un alleato fondamentale per controllare il microclima cittadino.
A livello di quartiere, infatti, gli edifici che affacciano verso parchi o viali alberati godono di un abbassamento sensibile della temperatura, per non parlare di coloro che hanno la fortuna di vedere ombreggiate le proprie abitazioni.
Ma anche a scala di appartamento il verde è in grado di manifestare questa capacità di raffrescamento: i contenitori sul terrazzo oppure una parete verticale con piante opportunamente studiate possono contenere gli sbalzi termici e donarci una piacevole frescura anche nei periodi più caldi non tanto per l’ombra – molto relativa – quanto per l’evapotraspirazione.
E' il fenomeno per il quale le piante estraggono acqua dal substrato nel quale vivono per immetterla nell’ambiente sotto forma di vapore acqueo, processo che porta alla continua sottrazione di calore dall’intorno. |
In aggiunta, il verde verticale rappresenta una sorta di cappotto termico, alla stregua di quelli che si è ormai soliti porre all’esterno delle nostre abitazioni: la parete verde evita l’irraggiamento diretto dei raggi solari sui muri perimetrali che quindi non si scaldano e non irradiano calore all’interno. Inoltre, anche le piante utilizzate per il verde verticale, al pari di ogni altro vegetale, contribuiscono all’assorbimento delle particelle inquinanti che popolano l’atmosfera cittadina. Queste sono catturate sulla superficie delle foglie in attesa di essere dilavate dalle acque di pioggia: gli inquinanti non possono quindi raggiungere i nostri polmoni; in altri termini, l’inquinamento c’è ma non si sente!
Il verde verticale
Ma cosa si intende, esattamente, per verde verticale?
Si possono distinguere due principali tipologie di soluzioni.
La prima può essere definita tradizionale o storica ed è rappresentata dalle classiche piante rampicanti che adornano da secoli le facciate di edifici cittadini e rurali. Tra le specie più diffuse, si ricorda certamente l’edera, pianta in grado di colonizzare rapidamente i muri anche se esposti verso settentrione; le cultivar a foglia variegata, poi, sono capaci di crescere velocemente anche se l’irraggiamento solare diretto è più intenso. La vite canadese o americana (Parthenocissus sp.) è un’altra specie comune per queste utilizzazioni: a foglia lobata come quella della vite da vino, questo genere è apprezzato per la colorazione autunnale che varia dall’arancione al rosso intenso. Un’altra pianta rampicante, forse ancora più conosciuta, è il glicine che nelle infinite varietà del genere Wisteria adorna facciate, pergolati e tettoie, garantendo una piacevolissima fioritura primaverile-estiva.
Queste, probabilmente, sono ancora le soluzioni più facilmente ricreabili e gestibili. Le radici affondano nel terreno o in classici ma ampi contenitori, l’irrigazione e la nutrizione sono di tipo tradizionale. L’unico difetto, a fronte di contenuti costi di realizzazione e manutenzione, è il fattore tempo: affinché una parete sia completamente ricoperta dalle piante occorre attendere diversi anni e, se qualcosa va storto, è necessario ricominciare daccapo.
Da qui l’intuizione di Patrick Blanc, eclettico biologo francese. Realizzare un mur végétal per ricoprire di piante gli edifici in tempi molto ridotti.
Il problema da risolvere era l’ideazione di un substrato di crescita da realizzare in adesione ai muri delle costruzioni che potesse soddisfare una serie di condizioni: spessore ridotto, nutrizione, irrigazione.
Quest’ultimo aspetto è particolarmente importante se si considera il fatto che, da una parte, i substrati adottati devono essere sottili e, dall’altra, i quantitativi di acqua di pioggia ricevuti naturalmente dalle piante sono molto limitati; la pioggia, infatti, tende a scorrere sulla superficie fogliare senza penetrare nel “terreno”.
Le pareti verdi
Le pareti verdi moderne sono un concentrato di tecnologia: substrati appositamente studiati consentono di trattenere acqua e nutrienti nonostante uno spessore estremamente ridotto mentre la fertirrigazione è controllata da un sistema automatico alloggiato generalmente in un vano tecnico, lontano da occhi indiscreti. Quello che più conta è che non vi è più un contatto diretto tra vegetale e intonaco dell’edificio: i moduli verdi sono generalmente installati tramite appositi distanziatori, accorgimento che facilita anche l’eventuale smontaggio della parete.
Oggi sono progettate e realizzate numerose tipologie di pareti verticali: dal “classico” mur végétal ad alto contenuto di biodiversità applicato ad ambienti esterni, a pareti più raccolte adatte ad arredare l’interno di un locale o di un appartamento, da sistemi realizzati con muschi o tappeto erboso a lentissima crescita a veri e propri orti verticali. Ciò che conta, è evidente, è un’accurata scelta delle specie e delle varietà di piante da inserire nella soluzione di verde verticale: in aggiunta alle valutazioni circa l’esposizione alla luce solare, la ricerca della specie più adatta deve essere estesa alla tipologia dell’apparato radicale, alla tollerabilità a condizioni meteo avverse e alla crescita in ambienti chiusi.
Un ultimo aspetto cui prestare attenzione è costituito dalla richiesta di manutenzione: in questi sistemi devono essere utilizzate specie erbacee perenni o piccoli arbusti molto rustici e a lenta crescita in modo da ridurre la manutenzione programmata. In caso contrario i costi di una frequente manutenzione (potatura o sostituzione di piante disseccate) potrebbero di gran lunga superare i benefici di disporre di un verde a portata di mano.