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Riserva Naturale Regionale Forra del Cellina

Inserita nel più ampio contesto del Parco Naturale Regionale delle Dolomiti Friulane, si trova la riserva naturale Forra del Cellina, una delle incisioni vallive più spettacolari del territorio italiano.


Storia della Riserva
La Riserva Naturale Forra del Torrente Cellina è l’ultima istituita in ordine temporale nella regione (Legge Regionale 13/1998) ed è stata individuata tra le Aree di Reperimento indicate nella L.R. 42/1996 (Legge sui Parchi). L’istituzione della Riserva permette di tutelare gli aspetti naturalistici e paesaggistici del territorio interessato.
L’area inserita nella riserva è la parte più significativa di scorrimento del torrente Cellina, compresa tra i paesi di Barcis e Montereale, dove il fiume ha scavato una ripida incisione prima di sboccare nella pianura pordenonese. 

Caratteristiche
Dal punto di vista geomorfologico si tratta di un articolato sistema di canyon formato dal torrente Cellina e dai tributari Molassa e Alba, tra i più spettacolari in Italia, dove l’acqua ha inciso in profondità gli strati calcarei del Cellina risalenti al Giurassico superiore e al Cretacico e i fenomeni di erosione fluviale han creato ripide e alte pareti verticali. Le pareti dei canyon si aggirano attorno ai 350 metri di dislivello, con balzi e profondi dirupi che raggiungono anche i 500 metri di altezza.
Nell’alveo scorrono acque limpide e cristalline, mentre la direzione del torrente, nei suoi tratti più selvaggi, crea improvvisi cambi di direzione rispetto al naturale asse vallivo, gole e forre, dovute all’erosione dell’acqua che nei millenni si è fatta strada attraverso le faglie, le fessure e le spaccature nella roccia che gli consentivano di incunearsi più agevolmente.

Escursioni e visite
La zona è visitabile con escursioni, passeggiate a piedi o in bicicletta, percorrendo la vecchia strada della Valcellina, un tempo unico collegamento dei paesi della vallata con la pianura.
 
Dotandosi di casco e imbragatura è possibile avventurarsi in tratti particolarmente affascinanti, tra rocce, alberi e acque trasparenti e attraversare il torrente Cellina sopra ad un suggestivo ponte tibetano.

Principale luogo di partenza per le visite turistiche del parco naturale è il paese di Barcis, affacciato sul giovane omonimo lago artificiale, denominato anche Lago Aprilis. Lo specchio d’acqua è stato creato negli anni ’50 con la costruzione della Diga Nuova di Ponte Antoi che ha dato nuova vita turistica al paese, attirando infrastrutture, modificando la viabilità e i collegamenti della solitaria vallata. Il lago, dalle limpide acque turchesi, si presta alla balneazione, alla canoa, alla vela o al sup. Il paese di Barcis, seppur interessato da un incendio nel secolo scorso, conserva alcune case tradizionali ed edifici storici interessanti, come il secentesco Palazzo Mocenigo-Centi.
Oltre ai tratti più spettacolari del complesso reticolo di canyon e gole sopra descritto, la Riserva occupa un territorio più ampio, che interessa i pendii dei monti Fara e Cameroni, denominato “i Pics”. Più a nord e ad ovest la riserva comprende un territorio a morfologia più ondulata, tra rocce di arenaria e marne. Ed infine, poco distante, si aprono numerosi sentieri di trekking attraverso l’estesa foresta del Prescudin nella quale è possibile inoltrarsi per raggiungere bivacchi solitari: ampia e poco interessata dal turismo di massa la foresta è contornata da alte cime al confine con il bellunese. 

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