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Quell’incubo chiamato multa

Tra tutte le lettere che si ricevono nella casella della posta, quella che davvero non vorremmo mai intravedere tra bollette e cartoline è la mitica bustina verde, ben conosciuta ai guidatori di tutta Italia. Eh sì, perché questa apparentemente innocua comunicazione cela, molto spesso, un antipatico avviso di accertamento di infrazione al Codice della Strada con annesso verbale di irrogazione della sanzione.
La maggior parte delle volte, nulla da fare: la multa è giustamente comminata e va pagata.
Però accade più spesso di quanto non si creda che la contravvenzione sia ingiusta, perché il fatto non è mai stato commesso oppure perché si è prescritto il diritto di richiederla in quanto il verbale è stato notificato tardivamente.
Occorre quindi fare chiarezza, per comprendere bene in quali ipotesi, prima di pagare, è bene verificare con oculatezza il contenuto della “busta verde”.


Il fatto deve essere stato commesso Appare ovvio che, se si ha certezza di non aver mai commesso l’infrazione o di non essere mai stati sul luogo oggetto di contestazione, sia ipotizzabile un...