Non è mai troppo tardi per lavorare in un orto o in un giardino. È un impegno costante che stimola e rafforza sia la memoria che la logica, attiva i sensi, previene alcune malattie e crea gratificanti relazioni sociali.
Se con gli anziani è meglio parlare di sfide più che di problemi, di costruzione più che di demolizione, di risorse più che di handicap e di futuro che di passato, nell’orto e in giardino siamo nel posto giusto.
Dall’osservazione della crescita delle piante e dei loro cambiamenti si possono trovare parallelismi con il proprio vissuto, cogliere analogie con la propria situazione attuale e umana e si può controllare nella vita delle piante quello che non si riesce più a fare nella propria.
Le piante danno stimoli e motivazioni
Il numero di persone anziane in Italia è in continua crescita e la loro vita, spesso troppo sedentaria, può portare a solitudine, isolamento sociale e sensazione di inutilità.
L’orticoltura e il giardinaggio sono tra le più popolari e gratificanti attività della terza età. Da studi effettuati tra residenti in case di riposo, è emerso che attraverso la cura di ortaggi e fiori si possono dare nuovi significati alla vita degli anziani e con risultati migliori rispetto ad altre attività manuali, come per esempio il disegno o il gioco della tombola.
Ma quali sono i benefici che può ricevere un anziano dalla coltivazione di un orto o di un giardino? Charles A. Lewis (1924-2003), conosciuto negli Stati Uniti come il padre della Terapia orticolturale e pioniere nel campo dello studio delle interazioni uomo-pianta e nell’allestimento di protocolli terapeutici, cogliendo l’essenza della relazione uomo-pianta, affermava che il processo di far crescere una pianta permette di disporre di metafore utili per la crescita spirituale umana, esprimendole con il linguaggio della natura: potare rami secchi può per esempio incoraggiare una nuova crescita, così come non tutti i semi germinano con gli stessi tempi, o, ancora, gli scarti della natura possono diventare concime prezioso per le altre piante. L’orto e il giardino diventano così luoghi carichi di significati simbolici nei quali è più facile ricapitolare la propria vita, riconciliarsi con essa, e percorrere attraverso le fasi di semina, germinazione e crescita un percorso ricco di ricordi e connessioni con la propria storia personale.
Le piante reagiscono rapidamente alle cure e ricompensano con la produzione di nuove foglie, fiori e frutti, diventando una fonte di stimoli e motivazioni. Si verifica così una sorta di risposta positiva che contribuisce a rafforzare la stima di sé. Anche l’ottenimento di un prodotto (frutto del proprio lavoro) utile per gli altri, oltre che per se stessi rinforza l’autostima della persona anziana, in quanto partecipe della comunità, al cui benessere può offrire un contributo.
Impegno costante che attiva tutti i sensi
L’attività nell’orto e in giardino crea un impegno costante con un coinvolgimento crescente, perché implica il prendersi cura di una vita di cui si ha una responsabilità, e predispone a una prospettiva futura creando ogni nuovo giorno un piccolo segno da scrutare e un appuntamento da non mancare. La pianta diventa fonte di motivazione e stimoli, fa riemergere competenze, rinforza la sicurezza e la consapevolezza di sé attraverso un lavoro che nel tempo produce un risultato.
Dal punto di vista estetico e sensoriale il prendersi cura delle piante offre la possibilità di ammirare e di immergersi nella bellezza e di ricevere impulsi che attivano tutti i sensi, che permettono al contempo di godere al meglio di quelli di cui si dispone.
L’orto e il giardino rafforzano memoria e logica
Studi recenti hanno anche dimostrato come la cura dell’orto o del giardino siano associate a una minore incidenza di demenze e stimolino le funzioni cognitive di una persona anziana. Attività come progettare un’aiola, calcolare la profondità di semina, la distanza tra le piante o leggere le istruzioni sulle buste dei semi sono tutte occasioni per attivare processi che rafforzano la memoria e la logica. Seminare e far crescere una pianta stimola l’iniziativa, costringe a fare semplici calcoli e proporzioni (come per esempio: quanti semi devo mettere e a quale distanza?), abitua a prendere decisioni (quando devo innaffiare?) e riequilibra il concetto di sequenza temporale.
Prendersi cura dell’orto o del giardino permette inoltre di lavorare assecondando i propri ritmi e le proprie possibilità, in quanto si può anche sbagliare, e gli errori fanno parte dei comportamenti umani, acquisendo così una maggiore tolleranza nei riguardi delle proprie frustrazioni e insuccessi.
Una persona anziana ha bisogno di dimensioni cicliche
A una persona anziana non si può proporre nulla di lineare, in cui cioè si evidenzino i concetti di inizio-fine o di passato-presente tipici di una visione dualistica, perché sarebbe come riportarla alle cose perdute, alla condizione della sua vecchiaia e alle sue difficoltà. Le dimensioni cicliche dell’orto e del giardino consentono invece di riprendere un percorso che si ripete e contemporaneamente si rinnova stagione dopo stagione, rimettendo tutto e tutti in gioco, sempre. La crescita delle piante è un processo costante e regolare: l’anziano orticoltore o giardiniere assiste a un continuo, prevedibile, rassicurante flusso di cambiamenti: dalla semina alla raccolta dell’ortaggio (o alla fioritura della pianta) secondo i ritmi della natura.
L’orto e il giardino possono anche aiutare le persone anziane a recuperare ricordi positivi, a creare una connessione col proprio passato, a riprendere tradizioni di famiglia o del luogo in cui sono nate, facendole sentire ancora padrone della loro vita.
Coltivare previene alcune malattie e crea relazioni sociali
L’orto e il giardino permettono inoltre di effettuare attività fisica regolare, dolce e non stressante e adattabile alle più diverse situazioni ed esigenze. Le attività colturali contribuiscono infatti ad allentare e migliorare la mobilità, la forza muscolare, l’equilibrio e la coordinazione. L’anziano ha un’ottima occasione per imparare a dosare le forze e a gestire la fatica, aumentando i tempi di resistenza in piedi e vincendo la stanchezza grazie all’effetto “being away”, cioè alla sensazione di sentirsi liberato dai pensieri e problemi del momento prendendosi cura delle piante che assorbono tutta la sua attenzione ed energia. La coltivazione dell’orto o del giardino è anche un’occasione per far prevenzione: promuove educazione e abitudine al movimento, vita all’aperto e, nel caso dell’orto, una corretta alimentazione, in quanto si consumano prodotti di stagione. Nel caso di orti e di giardini realizzati presso strutture per anziani si inizia coltivando, ma poi si instaura una ricca rete di relazioni con gli altri. L’orto e il giardino sono in grado di aggregare attorno a un interesse e a un’attività comune, che diventano occasione di contatti sociali, promuovendo la nascita di sentimenti di affetto tra le persone e senso di appartenenza a una comunità. Le relazioni interpersonali si rafforzano migliorando lo spirito di gruppo e di collaborazione. Lavorare nell’orto e in giardino permette relazioni reciproche tra natura e persone dove tutti sono partecipi del risultato, anche chi vi può svolgere solo funzioni marginali. Anche l’ambiente stesso, gradevole e rilassante, stimola la comunicazione con gli altri e diventa facile condividere idee e cogliere suggerimenti da parte degli altri, creando occasioni per muoversi, come visitare garden center, mercati contadini, orti botanici, ecc.
Prendersi cura delle piante, quindi, può rendere più felici e l’età non deve scoraggiare dalla pratica dell’orticoltura e del giardinaggio, attività chiave attraverso cui promuovere la salute e il benessere delle fasce d’età più avanzate. Se qualche persona ci dirà di essere troppo vecchia per coltivare l’orto o il giardino prendiamola per mano, e muniti di guanti e grembiule andiamo insieme a vangare, seminare, innaffiare e poi a raccogliere i frutti del nostro lavoro.
Costantina Righetto