Un corridoio tra storia, natura e archeologia. Il Parco regionale
dell'Appia Antica è tutto questo: un patrimonio di monumenti artistici,
risorse idrogeologiche e specie botaniche e faunistiche. Situato a sud
del centro di Roma, copre anche i territori di Ciampino e Marino. La
superficie del Parco è di circa 3.500 ettari e in questo territorio sono
compresi la via Appia Antica, la valle della Caffarella, l'area
archeologica della via Latina, l'area archeologica degli Acquedotti, la
Tenuta di Tormarancia e quella della Farnesiana.
Oltre l’82% del territorio del Parco è di proprietà privata, mentre le aree di proprietà pubblica (poco più del 17,5% del territorio) sono più o meno equamente divise tra patrimonio dello Stato (di cui fanno parte per esempio l’Appia monumentale e le ville dei Quintili e dei Sette Bassi o Capo di Bove) e patrimonio di Roma Capitale (aree verdi pubbliche Caffarella, Tor Fiscale e Acquedotti o il Circo di Massenzio), più un 2% circa che rientra nel demanio militare.
I vincoli e i divieti vigenti nel parco sono funzionali al progetto di conservazione e valorizzazione di un ambiente che contiene valori storici, artistici e naturalistici inestimabili. Per il Parco non si tratta soltanto di tutelare un patrimonio monumentale che il tempo, l’incuria, ma soprattutto i furti e le spoliazioni hanno fortemente minacciato. Si tratta anche e soprattutto di impedire che uno degli angoli più belli dell‘Agro romano venga definitivamente devastato dall’abusivismo edilizio, dall’inquinamento, dalle discariche e da attività economiche e produttive dannose per l’ambiente.
Fauna
Il simbolo del parco è la volpe, fedele rappresentante di un territorio antropizzato ricco di altri animali come ricci, conigli, pipistrelli, ratti neri e marroni o topi selvatici. Più rari sono la donnola, la faina, la talpa romana, l’istrice o la lepre.
Uno dei corsi d’acqua della Valle della Caffarella, la Marrana di destra, ospita due specie ittiche di interesse: lo Spinarello e la Rovella.
La maggior parte delle specie di rettili segnalate a Roma sono presenti anche qui: lucertola italiana, lucertola muraiola, ramarro europeo, luscengola, geco comune, biacco, orbettino, colubro di Esculapio e biscia dal collare.
La presenza di anfibi è generalmente molto influenzata dal livello di disturbo antropico; nonostante questo sono ospiti di fossi e stagni oltre alla rana verde e al rospo comune, il rospo smeraldino, la raganella italiana, il tritone crestato italiano e il tritone punteggiato.
Ma il vero tesoro faunistico del Parco sono gli uccelli. Nei 3.500 ettari di Parco è presente circa il 77% delle specie note come nidificanti a Roma ed il 34% di quelle conosciute a livello regionale.
In particolare la presenza di alcune specie di interesse su scala urbana e regionale, come il falco pellegrino, la quaglia, il picchio verde, l’averla e la calandrella (segnalati nella lista rossa delle specie a rischio).
Flora
Il Parco, nella realtà biologica romana, è un’importante elemento di biodiversità botanica.
Al suo interno è presente un eco-mosaico molto frammentato, caratterizzato da una vegetazione sempre più marginale dalle diverse attività antropiche, ma con potenzialità utili per un processo di rinaturazione del Parco. Il parziale abbandono di piccole e grandi aree agricole e di cava sono gli ambiti in cui si ritrovano i maggiori valori faunistici, sia in termini di ricchezza della comunità che di interesse scientifico e biogeografico.
Tra le aree di valore: Bosco Farnese, in prossimità della via Ardeatina, è composto da roverelle e sughere; tra i monumenti del Circo di Massenzio si è insediata una flora ruderale di grande interesse fatta di olivi, mandorli e da arbusti da sottobosco come biancospino, fusaria, corniolo sanguinello, pruno selvatico. Nello scenario della Villa dei Quintili abbondano nei prati umidi le fioriture di orchidee spontanee.
Nell’area del laghetto è presente il ranuncolo peltato, mentre nell’area di Tor Marancia e lungo il Fosso di Tor Carbone si trovano la carice maggiore e grandi alberi di pioppo nero.