Avere una disabilità, non significa essere malati: consentire ai disabili di vivere a stretto contatto con l'ambiente naturale non solo non ha controindicazioni ma genera maggior autostima, permettendo loro di sentirsi meno emarginati socialmente e in qualche modo di pubblica utilità.
In alcuni Comuni italiani è stato fatto un esperimento, quello di impegnare i ragazzi in attività di lavoro presso fattorie, a stretto contatto con la natura e con gli animali (asini, cavalli, galline, ecc.).
Il contatto con la natura si può definire una vera e propria ecologia del vivere, dove gli individui più fragili risultano essere anche i più reattivi. Il contatto diretto con l’animale ha sicuri effetti terapeutici e può aiutare i ragazzi con disabilità sia fisiche che cognitive ad acquisire maggiore consapevolezza di sé e delle proprie potenzialità. L’ambiente naturale è un vero percorso di cura e riabilitazione.
Ortoterapia
Come ad esempio l’ortoterapia, che utilizza il contatto con la terra e appunto la natura per migliorare lo stato di salute, la qualità della vita, il grado di autonomia e il benessere psicologico, sociale e fisico della persona. Tale approccio è indicato soprattutto per tutti quegli individui che presentano varie disabilità e disagio sociale (marginalità e svantaggio), per i malati di Alzheimer e per chi soffre di depressione e di ansia.
L’ortoterapia è nata in Inghilterra intorno al 1600 quando fu chiesto ad alcuni pazienti che a causa della povertà non erano in grado di pagare l’ospedale per le cure ricevute, di prendersi cura del giardino dell’ospedale durante il ricovero.
Alcuni medici, con grande stupore, notarono che il lavoro nel giardino non pesava minimamente ai malati e che essi guarivano molto più rapidamente rispetto ai pazienti più ricchi che potevano permettersi l’ospedalizzazione tradizionale. A causa della poca rilevanza data all’evento, questa pratica venne apparentemente dimenticata fino a quando, nell’Inghilterra del dopoguerra, alcuni reduci feriti fisicamente e con problemi psicologici al seguito della partecipazione al conflitto, riacquistarono la salute, le capacità motorie e la stabilità mentale tramite il contatto con la natura.
Oggi l’ortoterapia è un approccio che si sta diffondendo in Europa, mentre negli Stati Uniti viene praticata da circa 40 anni. In Italia, purtroppo, non è ancora così diffusa poiché vi è una mancanza di riconoscimento ufficiale e di percorsi formativi specifici.
L’ortoterapia si svolge prevalentemente all’aria aperta, dove si possono svolgere tutte quelle attività legate alla semina o alla preparazione della terra che stimolano l’olfatto, la vista, il tatto e l’udito, creando un ambiente creativo che porta serenità alle persone. Attraverso l’attività di semina, il lavoro nella serra, la raccolta dei fiori o dei frutti, la persona con disabilità sperimenta benefici importanti sul corpo e sulla mente grazie al contatto diretto e alla partecipazione attiva con la natura.
Un elemento fondamentale è che l’orto deve adeguarsi al livello di impedimento che comporta la disabilità, adattandosi così ai bisogni fisici e psicologici della persona; è essenziale modificare alcuni aspetti dell’ambiente in modo da renderlo personalizzato e il più possibile su misura per la persona. Ad esempio per un individuo costretto su sedia a rotelle l’impedimento potrebbe essere il non potersi abbassare per poter coltivare o prendere attrezzi da terra; l’importanza di un ambiente strutturato consiste nell’agevolare la persona nell’attività mettendo per esempio vasi o cassette riempite di terra su di un tavolo o appesi in modo da potersi avvicinare facilmente con la sedia a rotelle e dunque svolgere l’attività come gli altri membri del gruppo.
L’ortoterapia cerca di far superare gli effetti della disabilità attraverso un ambiente stimolante e strutturato in cui le numerose attività svolte all’aperto e con il gruppo portano benefici importanti alla persona oltre a farle raggiungere il più alto grado di autonomia possibile. |
I benefici
L’ortoterapia, essendo un metodo terapeutico e riabilitativo, apporta numerosi benefici dal punto di vista fisico, sociale e psicologico alla persona con disabilità. Non solo a livello individuale, ma anche relazionale. I benefici interessano diverse aree.