Cosa è l’ipertensione arteriosa?
L’ipertensione arteriosa rappresenta una condizione patologica in cui si verifica un aumento della pressione esercitata dal sangue sulle pareti dei vasi sanguigni. In particolare, un soggetto è dichiarato iperteso quando, a riposo, la sua pressione sistolica e/o diastolica supera costantemente i valori di 140 mmHg per la pressione sistolica e 90 mmHg per la pressione diastolica.
Dati epidemiologici
In accordo con i dati più recenti emanati dall’Istituto Superiore di Sanità, si nota come in Italia la prevalenza dell’ipertensione arteriosa riguardi circa il 33% degli uomini italiani e il 31% delle donne italiane, mentre il 17% si trova in una condizione borderline. Questi numeri raccontano una situazione allarmante se pensiamo che l’ipertensione arteriosa rappresenta il principale fattore di rischio per lo sviluppo delle principali malattie cardiovascolari, come infarto acuto del miocardio, insufficienza cardiaca e ictus, che causano più del 34,8% dei decessi in Italia (Dati Istat 2018).
La situazione si rileva ancora più preoccupante se prendiamo in considerazione il fatto che spesso le persone non sanno di essere ipertese perchè questa patologia può restare asintomatica fino agli stadi più evoluti, dove può sfociare in una condizione clinica invalidante. Per questo motivo, l’ipertensione viene definita anche come una patologia “Silent Killer”.
Valori di riferimento per la pressione arteriosa
Secondo le Linee Guida emanate dalla European Society of Cardiology (ESC) e dalla European Society of Ipertension (ESH), si considera ottimale una pressione sistolica inferiore ai 120 mmHg e una pressione diastolica inferiore agli 80 mmHg. Si definisce invece una condizione patologica di ipertensione arteriosa quando la pressione supera costantemente i valori di 140 mmHg per la sistolica e di 90 mmHg per la diastolica.
In questa tabella viene riportata la Classificazione della Pressione Arteriosa secondo le Linee guida.
Diagnosi di ipertensione
La diagnosi di ipertensione viene eseguita dal medico in presenza di una pressione arteriosa costantemente elevata (facendo riferimento ai valori precedentemente descritti) rilevata almeno 2-3 volte tramite un apposito strumento, definito sfigmomanometro.
Spesso, in associazione alla misurazione della pressione arteriosa, vengono eseguiti ulteriori esami (esami urine, esami ematici, ECG) allo scopo di indagare le principali cause scatenanti il quadro patologico. |
Principali cause e fattori di rischio dell’ipertensione
Nella maggior parte dei casi, lo stato ipertensivo è il frutto di una complessa interazione tra fattori genetici e fattori ambientali.
I fattori ambientali sono quelli che vanno a incidere maggiormente sullo sviluppo dell’ipertensione arteriosa ma fortunatamente sono quelli su cui è possibile agire seguendo uno stile di vita sano.
In particolar modo, l’adesione a una corretta alimentazione e a una regolare e pianificata attività fisica sta alla base di qualsiasi trattamento ipertensivo e soprattutto rappresenta il più potente strumento di prevenzione primaria dell’ipertensione e della maggior parte delle malattie croniche che affliggono costantemente la nostra popolazione.
Il trattamento dell’ipertensione
Il principale criterio che guida il trattamento dell’ipertensione è rappresentato dalla valutazione del rischio cardiovascolare globale.
Ciò significa che oltre ai valori pressori, viene considerata anche la presenza di altre patologie concomitanti (diabete, insufficienza renale, malattie cardiovascolari, ecc.) che possano aggravare il quadro clinico e quindi determinare un rischio cardiovascolare maggiore.
Come già annunciato precedentemente, le modifiche dello stile di vita rappresentano le basi del trattamento (e della prevenzione) dell’ipertensione arteriosa, indipendentemente dalla gravità dello stato ipertensivo. Successivamente, facendo riferimento alla gravità del quadro patologico, viene prescritta una terapia antipertensiva adeguata, basata sull’assunzione di diverse classi di farmaci antipertensivi. Tra quelli più utilizzati troviamo: diuretici, β-bloccanti, ACE inibitori, Calcio antagonisti, ecc.
Benefici dell’attività fisica nel trattamento dell’ipertensione
Molti studi dimostrano l’importante effetto benefico dell’attività fisica nel soggetto iperteso.
In particolare: l’esercizio fisico agisce determinando una riduzione dei valori pressori e una riduzione del rischio di sviluppare malattie cardiovascolari.