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Giardini country, caos ordinato

Un insieme di piante apparentemente disordinato. Lo stile country regge alla prova degli anni e attira sempre nuovi appassionati.


Il sogno di un giardino di campagna è senza tempo: chi non vorrebbe un grande spazio verde che perde i suoi confini con il paesaggio rurale circostante? Quanti facoltosi imprenditori o personaggi dello spettacolo sono stati ammaliati dalle campagne delle Regioni del centro e sud Italia (e non solo)? Quanti sono i progetti di sviluppo immobiliare di grande respiro che puntano proprio sul connubio tra naturalità e inserimento nel contesto paesaggistico? La risposta a tutte queste domande è “tanti, tantissimi!”.
In un’epoca estremamente “costruita”, dove l’antropizzazione del paesaggio e del territorio la fa da padrona, è fortissimo il richiamo a un contatto ancestrale con la natura, sebbene mediato da uno stile “country” che, si badi bene, si richiama anch’esso all’opera dell’uomo. Il paesaggio rurale, infatti, altro non è che la somma delle ripetute, incessanti, continue interazioni tra l’uomo e l’ambiente, traccia visibile di un rapporto secolare. Ricreare queste atmosfere, rievocare le sensazioni di una passeggiata nelle campagne marchigiane o nelle colline dell’entroterra romagnolo, rivivere le esperienze sensoriali dei giardini padronali delle grandi cascine lombarde non è semplice. Si rischia di non riuscire nell’intento o di esacerbare il tutto ottenendo un risultato artificiale.
Ecco alcuni accorgimenti per centrare l’obiettivo.

Avere un piano… naturale
Vero è che molti giardini evolvono nel corso degli anni cambiando radicalmente aspetto, ma sovente si tratta di cambiamenti programmati. Non è possibile progettare un giardino senza immaginare un punto di arrivo, magari con tappe intermedie opportunamente pianificate. In un giardino country questo aspetto assume una valenza ancora maggiore.
Lo stile country è infatti caratterizzato dalla presenza di numerose piante, fioriture generose e dettagli, per così dire, sovrabbondanti che possono a prima vista apparire ispirati dal caso. In realtà, al pari di tutti i giardini, occorre un’attenta progettazione che, eventualmente, può lasciare più spazio che in altri contesti a modifiche in itinere in funzione della risposta delle specie e delle varietà prescelte. Può infatti accadere che, nonostante un’attenta selezione del materiale vegetale di partenza, alcune varietà si adattino meglio di altre alla combinazione suolo-clima locale. Avremo quindi alcuni soggetti che prenderanno il sopravvento e sarà inutile cercare di riequilibrare la situazione intensificando gli interventi di cura colturale. Sarebbe un inutile spreco di risorse, tanto più se si considera che la valenza paesaggistica di questa tipologia di giardini risiede proprio nel loro essere naturaliformi.
Il giardino, entro certi limiti, disegnerà sé stesso con il passare degli anni. Ma la mano (e la testa) dell’uomo, per quanto poco visibile, ci deve essere, soprattutto se lo spazio a disposizione è relativamente contenuto.

Varietà e ricchezza
In un giardino country una delle regole fondamentali è ampliare la scelta vegetazionale.
Lontano anni luce dalle tendenze minimalistiche più recenti, chi ama questo stile deve puntare su bordure fiorite molto ricche, quasi esagerate, volte a creare una composizione informale ma interessante dal punto di vista ornamentale e paesaggistico.
L’attenzione deve essere rivolta a specie aventi fioriture e fogliame di colori quanto più possibile vari, in grado di generare combinazioni piacevoli nel corso delle diverse stagioni dell’anno anche in funzione della “tessitura” delle piante.
Non potranno mancare piante da foglia (per esempio, Hosta e Bergenia), aromatiche, piante da fiore ad architettura prettamente verticale (altea), fioriture leggere (Verbena bonariensis o Gypsophila paniculata), fioriture lussureggianti con petali generosi o stradoppi (peonie, campanule, rose), bulbi che appaiono all’improvviso nel mezzo della stagione. Il giardino non sarà solo bello da vedere ma anche sorprendentemente profumato.
Dimentichiamo poi il tappeto erboso più curato, da sostituire con un prato naturale, magari associato a fiorume.

Punti focali
Tante piante, tante specie, ricche e variegate in forme e colori. Ma non è sufficiente una considerevole bordura per ricreare l’atmosfera country. L’inserimento di punti focali è basilare, punti dove la vista può posarsi, anzi, veri e propri attrattori di sguardi che guidano il visitatore, distogliendolo magari da brutture del paesaggio circostante.
I punti focali sono un ottimo espediente anche per ampliare la percezione della proprietà. Posti in un angolo o al termine di un filare (o di un breve percorso) aumentano la profondità del giardino, ingannando l’occhio e il cervello di chi osserva.
Un albero – scelto in funzione delle sue dimensioni a maturità – è la scelta di elezione.
A seconda degli spazi a disposizione la scelta cadrà su una quercia, un tiglio o un piccolo acero, ma anche su un grande arbusto, capaci di assumere la funzione di guida e di disegnare immaginarie linee nello spazio, punto di partenza per l’esplorazione del giardino con la vista e la mente.
Per chi può e vuole osare, non è da escludere l’inserimento di statue di stampo classico – magari associate a una fontana – ovvero di opere d’arte di ispirazione più moderna oppure ancora di manufatti ricoperti di rampicanti.

Passeggiate con sorpresa
Percorsi sinuosi che accarezzano le fioriture e, in parte, si confondono con queste.
Il segreto di un buon giardino country risiede anche in questo, nel contatto diretto che le piante, con i fiori, con le foglie. Accarezzare e lambire i vegetali, osservare le farfalle e le api operose a caccia di nettare: esperienze uniche che riportano la mente a richiami atavici, regalando piaceri che partono dalle zone più nascoste e antiche del nostro cervello. I percorsi devono seguire le linee morbide della natura, l’ondeggiare frusciante delle foglie mosse dal vento.
Evitare percorsi rettilinei presenta anche un altro vantaggio: creare un alone di mistero, impedire a chi passeggia di capire la destinazione finale. È sufficiente un arbusto da aggirare, un piccolo cancello da varcare e la magia è fatta!
Il nostro giardino apparirà incredibilmente più grande di quanto sia in realtà, con impagabile soddisfazione della nostra voglia di verde.

Curare i confini
In un giardino il contenitore è prezioso quanto il contenuto. Non ci si può permettere di studiare nei minimi dettagli percorsi, aiuole e alberi se si perde di vista l’ambiente, il contesto, all’interno del quale è calato il nostro progetto.
La recinzione, qualsiasi sia la sua fattura, o la vegetazione di confine deve essere attentamente studiata e migliorata per ottenere nuovi spunti di interesse. Il più grigio dei muri può essere ravvivato da una copertura di rampicanti, poco importa se siano sempreverdi o se regalino fiammanti colorazioni autunnali. Rose, clematidi e glicini sono probabilmente le specie più adatte per ricreare un’atmosfera piacevolmente bucolica.
Chi ha spazio a disposizione può pensare di realizzare piccoli movimenti di terra in modo da giocare sulle tre dimensioni e inserire ulteriore variabilità paesaggistica e nuovi elementi naturaliformi all’interno del giardino. Da una parte si aumenterà la profondità del giardino, dall’altra si potranno cogliere occasioni per mascherare emergenze non proprio piacevoli che si stagliano all’orizzonte.

Riguardo l'autore

Luca Masotto

Luca Masotto

Area: Orto e giardino