Uno studio conferma: caccia, commercio e degradazione dell’habitat sono alla base sia della scomparsa di specie sia delle pandemie di origine animale.
Le pandemie come la Covid-19 non solo c’entrano, ne sono una conseguenza diretta, come conferma uno studio pubblicato su Proceedings of the Royal Society B. I fenomeni all’origine dell’estinzione di specie animali, come urbanizzazione, distruzione degli habitat naturali, caccia e commercio illegale di animali esotici, sono gli stessi che aumentano le probabilità di trasmissione di patogeni dagli animali all’uomo. Sono infatti tutti fattori che accrescono la vicinanza fisica tra gli esseri umani e creature che dovrebbero essere lasciate in pace, in ambienti vergini e incontaminati.
Che la mano dell’uomo sia il fattore scatenante delle infezioni zoonotiche, lo si capisce da diverse tendenze evidenziate dallo studio. Tanto per cominciare, gli animali che condividono il più alto numero di virus con l’uomo sono quelli domestici o da allevamento: con loro scambiamo 8 volte più patogeni che con i mammiferi selvatici. Anche gli animali che si sono moltiplicati o ben adattati alla convivenza con l’uomo, o che in alcune aree geografiche vivono vicino ai suoi raccolti, come alcune specie di roditori, di pipistrelli o di primati, hanno molte infezioni in comune con l’uomo, e sono più facilmente vettori di zoonosi.
La salute dell’uomo quindi passa anche e soprattutto dalla tutela dell’ambiente.