Condividere gli spazi richiede responsabilità. Era vero prima, lo è ancor di più in tempi di pandemia. Ma la responsabilità non è un senso innato, alla responsabilità bisogna educare, specie i giovani. Valori come il rispetto e la responsabilità, individuale e collettiva, verso sé stessi, le altre persone, le istituzioni, le regole si apprendono tanto a casa, quanto a scuola. Come dimostra il venire meno dell'alleanza scuola-genitori, occorre rinforzare il patto sociale garante dell'efficacia del sistema educativo e scolastico.
La cronica debolezza dell’insegnamento dell’educazione civica, e l’ulteriore riduzione delle ore di geografia con la riforma Gelmini del 2010, ha reso difficile questo compito alla scuola italiana. Ora la legge 92 del 20.08.2019 ha reintrodotto, senza aumentare però il numero di ore di insegnamento e senza assegnare uno specifico docente, l’insegnamento dell’Educazione Civica. Insegnamento che va a braccetto con la geografia.
La Carta Internazionale sull’Educazione Geografica, del 2016, afferma: «La geografia è una materia e una risorsa vitale per i cittadini del XXI secolo che vivono in un mondo sempre più interconnesso. Una disciplina che consente di affrontare le domande relative a cosa significhi vivere in maniera sostenibile in questo mondo. L’educazione geografica aiuta le persone ad apprendere come convivere in armonia con tutte le specie. La ricerca geografica soddisfa e al tempo stesso nutre la curiosità. Le prospettive offerte dalla geografia aiutano a una comprensione approfondita di molte sfide attuali: il cambiamento climatico, la sicurezza alimentare, le scelte energetiche, il sovrasfruttamento delle risorse naturali e l’urbanizzazione». Di educazione alla cittadinanza globale parlano l’Agenda Globale per lo Sviluppo Sostenibile 2030 e la guida dell’Unesco Educazione alla Cittadinanza Globale: temi e obiettivi di apprendimento in cui emerge la «visione di un’umanità condivisa, dell’interdipendenza politica, economica, sociale e culturale e dell’intreccio fra locale, nazionale e globale».
Secondo le linee guida ministeriali che disciplinano l’insegnamento dell’Educazione Civica i nuclei concettuali sono 3:
1. costituzione, diritto (nazionale e internazionale) legalità e solidarietà;
2. sviluppo sostenibile, educazione ambientale, conoscenza e tutela del patrimonio e del territorio;
3. cittadinanza digitale.
Se il contributo della geografia rispetto al secondo nucleo è pacifico, altrettanto importante per il suo carattere trasversale è la funzione didattica che la geografia può assolvere anche rispetto agli altri punti. Il paesaggio è un concetto ineludibile, sia in riferimento alla Costituzione (art. 9) e al diritto nazionale e internazionale (la Convenzione Europea del Paesaggio) sia per la relazione stringente tra comunità e il proprio territorio di riferimento. Anche in tema di cittadinanza digitale al di là del ritardo infrastrutturale in termini di divari territoriali, c’è un problema di alfabetizzazione: si può essere bravissimi a gestire i propri profili social, ma questo non è indicativo delle competenze necessarie per gestire un documento di testo, un foglio di calcolo o archiviare dati in forma organizzata. Competenze che si possono con facilità e in maniera stimolante acquisire introducendo all’uso delle geotecnologie, oltre a educare a un approccio critico alle diverse forme di rappresentazione. Perché la geografia racconta gli spazi e insegna a viverli, con gli altri.