Il rapporto “Global e-waste monitor 2020” delinea il trend dei consumi di prodotti come climatizzatori, frigoriferi, pc, smartphone, monitor, tv, elettrodomestici e tanti piccoli strumenti elettrici che utilizziamo quotidianamente. Consumi che aumentano ogni anno di 2,5 milioni di tonnellate e che hanno portato i rifiuti di questo tipo, nel mondo, a 53,6 milioni di tonnellate nel 2019, pari a una media di 7,3 chili pro-capite. L’accelerazione è iniziata nel 2014 e le previsioni per il 2030 parlano di un incremento fino a 74,7 milioni di tonnellate. Ma come vengono trattati questi rifiuti? L’anno scorso solo 9,3 milioni di tonnellate sono stati riciclati, pari al 17,4% del totale. In gran parte viene probabilmente mescolata con rifiuti di plastica o di metallo, l’8% finisce direttamente in discarica o incenerito, mentre tra il 7% e il 20% viene esportato nei Paesi più poveri senza certezze di riutilizzo e causando rischi alla salute dei lavoratori (anche bambini). E dire che dal riciclo si possono ottenere preziose risorse naturali quali ferro, alluminio e rame. Sarebbe auspicabile aumentarne il recupero: reperire in natura queste materie prime distrugge territori ed ecosistemi nei Paesi più poveri, generando sfruttamento di risorse umane e naturali.
Redazione Ratio Famiglia
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