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Nuova RC Auto familiare

Grazie ad un emendamento al Decreto Fiscale da poco approvato, dal 2020 entra in vigore la cosiddetta “RC Auto familiare”, un provvedimento nato col dichiarato intento di diminuire le spese assicurative delle famiglie italiane e, al contempo, ridurre il notevole divario di costi oggi esistente tra Nord e Sud del Paese.


Le novità
Il principio su cui si basa è molto semplice e richiama, ampliandone la sfera applicativa, la Legge Bersani del 2007: la classe di merito più bassa potrà essere trasferita ai veicoli degli altri componenti della famiglia, siano essi a 2 o a 4 ruote. Per fare un esempio, se in famiglia si possiede un motorino in 14ª fascia e un’auto in 1ª, a partire dal successivo rinnovo della polizza assicurativa, anche il motorino ricadrà nella 1ª fascia.
 
Legge Bersani
La Legge Bersani, in vigore dal 2007, consentiva di attribuire ad ogni nuova auto (erano perciò esclusi gli scooter) che entrasse nel nucleo familiare, la miglior classe di merito maturata dai veicoli posseduti in famiglia.

Naturalmente tale trasferimento non è esente da limitazioni, potendo avvenire solo in fase di rinnovo ed essendo necessario che l’attestato di rischio non riporti incidenti con responsabilità esclusiva o principale negli ultimi 5 anni. Inoltre, non può essere applicato agli autocarri, ai mezzi a noleggio o intestati al datore di lavoro.
Secondo le ottimistiche previsioni dei promotori, una famiglia media beneficerebbe di un risparmio pari al 30%-40% sulla polizza auto RC, con punte addirittura superiori al 50% nel caso di nuclei familiari composti da 4 persone con 2 auto e 2 motorini.

Punti critici
Di segno nettamente contrario, invece, l’opinione degli operatori del settore. In particolare, l’ANIA ha diramato un comunicato nel quale si paventa un effetto palesemente distorsivo per la sostenibilità dell’intero sistema e, di conseguenza, un risultato opposto a quello desiderato.
 
ANIA
L’ANIA (associazione nazionale imprese assicuratrici) è l’associazione che rappresenta le imprese operanti sul mercato assicurativo nei confronti delle principali istituzioni politiche ed amministrative, inclusi il Governo, il Parlamento, le Organizzazioni Sindacali e le altre forze sociali.

La principale obiezione mossa dall’Associazione è di natura tecnica e riguarda proprio la “classe di merito unica”, corrispondente a quella più bassa tra i familiari, che di fatto limiterebbe il sistema del bonus-malus operante in quasi tutti i Paesi del mondo. In pratica, verrebbe vanificato l’effetto incentivante per gli automobilisti più virtuosi a scapito di quelli meno prudenti, calpestando così un principio fondamentale di una sana mutualità assicurativa, cioè quello secondo cui un determinato stile di guida, certificato da una storia pregressa, costituisce una garanzia per tutti i cittadini.
 
Bonus-Malus
La formula Bonus-Malus è un meccanismo che consente di scalare classi di merito nel caso in cui si abbia un comportamento virtuoso e di retrocedere, invece, quando si provochino dei sinistri stradali. Grazie a tale formula è teoricamente possibile ogni anno vedere ridurre il premio assicurativo pagato, anche se poi, di fatto, molte volte ciò non accade a causa degli aumenti imposti dalle Compagnie.

La seconda osservazione è di natura politica ed attiene ad una maggiore iniquità nei confronti delle famiglie meno abbienti che avendo, magari, una sola auto in condivisione, finiscono col pagare di più rispetto a quelle più fortunate che possono disporre di più veicoli.
Secondo l’ANIA, insomma, il provvedimento potrebbe risolversi in aumenti tariffari su tutti gli assicurati per compensare le minori risorse dovute alla copertura dei sinistri causati da coloro i quali beneficeranno della riforma.
Occorre, poi, considerare il solito problema riguardante la definizione di nucleo familiare e la possibile discriminazione nei confronti delle famiglie non tradizionali, sebbene l’opinione prevalente è che due conviventi possano rientrare nel beneficio in questione, a patto che risultino inseriti nello stesso stato di famiglia.
Ce n’è a sufficienza, dunque, per temere una lievitazione dei costi, anziché un abbassamento delle tariffe che in Italia, è bene ricordarlo, sono le più alte d’Europa.
In tal senso, il legislatore dovrebbe forse puntare su altri sistemi per correggere un mercato che non funziona ormai da troppo tempo, a cominciare dalla riorganizzazione di una rete commerciale obsoleta, ancora caratterizzata dalla prevalenza degli agenti monomandatari che rappresentano un serio ostacolo ad una sana concorrenza.
Per non parlare, infine, dell’annoso problema della lotta alle frodi e all’evasione assicurativa che, specie al Sud, determina dei costi assolutamente esorbitanti ed inaccettabili per il comune cittadino.

Riguardo l'autore

Giovanni Pugliese

Giovanni Pugliese

Area: Diritto del lavoro - Immigrazione - Pari opportunità