Cos’è l’inquinamento atmosferico?
La comunità scientifica definisce inquinamento atmosferico “l’alterazione delle condizioni naturali dell’aria, dovuta alle emissioni dei gas di scarico di autoveicoli, caldaie, centrali elettriche, fabbriche, impianti di incenerimento”.
Cause e conseguenze
Principali fonti di inquinamento atmosferico in Italia - trasporti su strada - riscaldamento civile - combustioni industriali - agricoltura e zootecnia |
Principali fonti inquinanti - Particolato fine (Pm10 e Pm2,5) - Biossido di Azoto - Ozono - Biossido di Zolfo - Ammoniaca - Monossido di Carbonio |
Cos’è il Pm10?
L’inquinante più diffuso in atmosfera è il Pm10. Uno dei principali responsabili dell’inquinamento da Pm10 è il traffico urbano: i trasporti stradali, infatti, producono oltre il 25% delle emissioni totali. Ma cos’è nel concreto il famigerato Pm10?
Questo inquinante è una delle polveri sottili presenti nell’atmosfera; nello specifico si presenta in forma di particelle microscopiche il cui diametro non supera i 10 micrometri, ossia 10 millesimi di millimetro, e viene prodotto dal traffico veicolare e dai processi di combustione domestica di biomassa legnosa. Nonostante la dimensione di questo inquinante ci faccia sorridere, il Pm10 rappresenta una della minacce più temibili per la nostra salute.
Il sistema maggiormente colpito è quello respiratorio: questo inquinante può causare, infatti, problemi di respirazione anche gravi, malattie cardiovascolari e cancro ai polmoni. A testimoniare la gravità della situazione, uno studio dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha stimato che in Italia ogni anno muoiono oltre 8.000 persone a causa dell’elevata concentrazione di Pm10.
È soprattutto nelle grandi metropoli che troviamo una maggiore incidenza di malattie, perché è proprio in queste aree che le concentrazioni di Pm10 sono più elevate, a causa di una maggiore densità del traffico veicolare, ma anche di impianti industriali e civili.
Effetti sulla salute
In testa alla classifica delle città che nel 2016 hanno superato la soglia limite di polveri sottili troviamo Torino, Milano, Roma, Venezia e Padova, (dati ARPA e Legambiente), seguite da circa altre 30 città italiane.
L’allarme smog è percepito su buona parte del nostro territorio, soprattutto nelle metropoli e in Pianura Padana. |
Per ridurre le emissioni è evidente la necessità di agire a livello nazionale e attraverso interventi strutturali a lungo termine.
La pianificazione è già prevista dai Piani Regionali di qualità dell’aria in collaborazione con il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, molti dei quali sono stati integrati e aggiornati di recente (es. Lombardia, Emilia Romagna, Abruzzo).
Tra le priorità di intervento troviamo la riprogrammazione stradale, la riqualificazione energetica degli edifici pubblici e privati ed un maggiore sviluppo del settore trasporti pubblici. |
Più in generale, l’obiettivo da perseguire è quello di ridurre il più possibile il consumo di combustibili fossili e produrre la maggior parte dell’energia nazionale da fonti rinnovabili, obiettivo che è già stato raggiunto da alcuni Paesi europei come Svezia, Danimarca e Francia. Mentre cerchiamo di mirare a questi obiettivi, (che possono sembrare utopia in una realtà come quella italiana), possiamo essere concreti e adottare “nel nostro piccolo” alcuni accorgimenti che contribuiranno a migliorare la qualità dell’aria che respiriamo.
Nella tabella di seguito trovate alcuni esempi.