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Il domicilio digitale per comunicazioni tra P.A. e cittadini

Via libera dal 2018 all'utilizzo, anche per privati cittadini e persone fisiche, del domicilio digitale per la corrispondenza con le Pubbliche Amministrazioni. D'ora in poi, come già avviene per aziende e professionisti, anche i privati potranno scegliere la via digitale per ricevere raccomandate, notifiche, multe e tutte le comunicazioni con gli enti pubblici.


Cos’è il domicilio digitale
Il domicilio digitale è un indirizzo di posta on line, posta elettronica certificata (PEC) o un servizio affine e certificato, sul quale i cittadini potranno ricevere dalla Pubblica Amministrazione qualsiasi tipo di documento e di notifica, dalle raccomandate alle multe.
I domicili digitali saranno raccolti in un indice, realizzato presso l’Agenzia per l’Italia digitale AgID.it: un elenco degli indirizzi on line delle persone fisiche e dei soggetti privati in formato aperto e liberamente consultabile (www.agid.gov.it).

Come attivare il proprio domicilio digitale
Innanzitutto va detto che per effettuare l’attivazione del domicilio digitale, si deve essere titolari di un indirizzo di posta elettronica certificata PEC o di un servizio elettronico di recapito certificato in linea con le regole di sicurezza Ue.
L’attivazione del domicilio si richiede al Comune di residenza attraverso un apposito modulo domanda, disponibile presso il Comune stesso. Pervenuta la comunicazione, il Comune provvede ad inserire l’indirizzo PEC tra quelli presenti nell’Anagrafe Nazionale on line.

I tempi e le fasi del progetto
Il sistema partirà nel corso del 2018, è già possibile infatti comunicare il proprio indirizzo, e sarà disponibile in due fasi, per poi entrare a regime nel 2019.
La prima fase, entro dicembre, prevede la realizzazione, oltre all’infrastruttura della base dati, del portale con i servizi di comunicazione via Spid e Cns e di consultazione. La seconda fase prevede invece la realizzazione dei servizi evoluti di consultazione per le Pubbliche Amministrazioni, i gestori dei servizi pubblici e gli operatori economici.
Il risparmio per le casse pubbliche
Secondo le stime il domicilio digitale rappresenterebbe un risparmio per le casse pubbliche, considerato che le spese postali, il cui ammontare è per le sole P.A. locali non inferiore a 250 milioni annui, “sono spesa certa, mentre con il domicilio digitale le spese postali si azzerano per i possessori di PEC o di identità digitale”. Le P.A. non dovrebbero più sostenere i costi per produrre, conservare e trasmettere documenti cartacei, né altri costi diretti come la carta o le buste.

In attesa dell’Anagrafe unica
Il domicilio digitale è un anticipo sui tempi previsti dalla riforma che aggira l’attesa della piena funzionalità dell’Anagrafe unica della popolazione residente, il mega database che mette insieme le singole anagrafi comunali, che è ancora in fase di sviluppo.

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Cristian Zuliani

Cristian Zuliani

Area: Tecnologia