Per affrontare la sfida dei cambiamenti climatici è necessario partire dall'edilizia. Dagli edifici dipendono infatti circa la metà dei consumi complessivi di energia a livello mondiale e il 40% delle emissioni di CO2. È chiaro quindi che serve un cambiamento radicale del comparto delle costruzioni in un'ottica di maggiore sostenibilità ambientale.
Bioedilizia, come promuoverla
Negli ultimi anni si fa un gran parlare di bioedilizia, al punto che verrebbe da credere che ormai il settore si sia del tutto votato al greenbuilding.
Ma la strada da percorrere è ancora molta.
In questo processo evolutivo stanno giocando un ruolo fondamentale, perlomeno in Europa, le varie Direttive per l’efficienza energetica degli edifici (EPBD-Energy Performance of Buildings Directive) che stabiliscono standard sempre più stringenti per il settore.
Alle regolamentazioni dovrebbero affiancarsi degli strumenti che possano aiutare a progettare e costruire rispettando criteri di sostenibilità.
È qui che entrano in gioco le certificazioni, che servono a stabilire il grado di impronta ecologica degli edifici ma che sono anche e soprattutto uno strumento utile a tutti i soggetti coinvolti nella progettazione, realizzazione e gestione degli edifici per applicare i giusti requisiti al fine di ottenere i risultati desiderati.
Con un vantaggio anche per i proprietari: disporre di un metro per valutare il proprio immobile.
Un’etichetta che ci dice le caratteristiche della nostra casa
I sistemi di certificazione rappresentano l’equivalente dell’etichettatura presente in quasi tutti i prodotti che si acquistano. Conosciamo le caratteristiche, ad esempio, del cibo che mangiamo ma quali sono le peculiarità dell’edificio in cui viviamo?
A chi non piacerebbe conoscere non soltanto i consumi energetici della propria abitazione ma anche i materiali con cui è stata prodotta, il grado di comfort acustico, termico, visivo e via dicendo?
I numeri in Italia Il Protocollo Leed negli ultimi anni sta riscuotendo un successo crescente in Italia. Gli edifici certificati e registrati hanno raggiunto quota 531 (di cui 215 hanno già conseguito la certificazione), per una superficie totale di circa 5,6 milioni di mq. In Italia è, inoltre, presente l’edificio certificato Leed più vecchio al mondo (557 anni) la sede dell’università Cà Foscari a Venezia. |
Leed, lo standard di certificazione energetica più diffuso al mondo
Il protocollo più diffuso a livello mondiale per la bioedilizia è il Leed (Leadership in Energy and Environmental Design), nato negli Stati Uniti nel 1993 per opera dello USGBC (United States Green Building Council) e approdato in Italia nel 2009 grazie all’impegno di GBC Italia, che ha allineato gli standard internazionali sia al nostro sistema normativo sia alle caratteristiche costruttive della nostra edilizia.
Struttura e livelli del Protocollo Leed
Il sistema di rating Leed si struttura in 7 sezioni organizzate in prerequisiti e in crediti. I prerequisiti di ogni sezione sono obbligatori affinché l’intero edificio possa venire certificato, mentre i crediti possono essere scelti in funzione delle caratteristiche del progetto. Dalla somma dei punteggi dei crediti deriva il livello di certificazione ottenuto, che può essere:
- Base (40-49 punti);
- Argento (50-59 punti);
- Oro (60-79 punti);
- Platino (80 punti e oltre).