Cosa significa saproxilico? Etimologia del termine: dal greco sapro “putrido, marcio” e xilo “legno”. |
Il legno morto rappresenta una risorsa chiave all’interno degli ecosistemi forestali.
Sono moltissime le specie che lo utilizzano come substrato, rifugio e nutrimento nelle sue diverse forme: alberi marcescenti cavi, alberi morti in piedi o alberi morti a terra.
Oltre a numerosi vertebrati (mammiferi, uccelli, rettili e anfibi), la più importante componente faunistica legata al legno morto è costituita dagli insetti saproxilici. Con questo termine si indicano quegli insetti che dipendono, almeno in uno stadio del loro ciclo vitale, dal legno deperiente o morto. Questi insetti sono soprattutto coleotteri le cui larve si sviluppano proprio nel legno di alberi senescenti e si nutrono del loro legno morto.
Il legno morto rappresenta una fonte di biodiversità molto importante, in grado di aumentare la complessità e di conseguenza la stabilità degli ecosistemi forestali; dal legno morto dipende circa il 30% della biodiversità delle foreste. |
Gli insetti saproxilici hanno un valore ecologico fondamentale, poiché creano legami di reciprocità con gli ecosistemi forestali, dai quali entrambe le componenti traggono benefici. Infatti queste specie di insetti necessitano di legno morto per la loro sopravvivenza e allo stesso tempo permettono il completamento del ciclo dei nutrienti, partecipando insieme a batteri e funghi alla sua decomposizione; grazie a questa sinergia si mantiene attivo il processo di rinnovamento del bosco. Per questi motivi la loro presenza è un indicatore ecologico del buono stato di conservazione degli ambienti forestali, le cosiddette foreste vetuste.
Le minacce
Nel corso degli ultimi secoli le foreste sono state mantenute secondo un’antica e sistematica gestione basata su tagli a ciclo breve e tendente ad eliminare il legno morto nel bosco. Diversi studi hanno dimostrato come questa modalità gestionale abbia causato un calo della disponibilità di legno morto e di conseguenza un forte declino delle popolazioni di invertebrati saproxilici. Ecco perché diverse specie sono state inserite nella lista rossa delle specie minacciate in Italia (dati IUCN Comitato italiano). Questo fenomeno conferma la bontà dell’ipotesi che si è sviluppata negli ultimi decenni di modificare le tecniche di gestione degli ecosistemi forestali, mantenendo gli alberi caduti al suolo e tutelando gli alberi cavitati.
Attualmente in Italia sono in corso diversi progetti di ricerca e tutela della fauna saproxilica, che hanno l’obiettivo di ripristinare gli habitat ad essa adeguati. Questi progetti recepiscono e mettono in atto la Direttiva europea 92/43/CEE, meglio nota come Direttiva “Habitat” , il cui scopo è “salvaguardare la biodiversità mediante la conservazione degli habitat naturali, nonché della flora e della fauna selvatiche nel territorio europeo degli Stati membri al quale si applica il trattato” (art 2).
Progetti di tutela
Uno dei principali progetti di tutela dedicati agli insetti saproxilici è il Life Eremita, sviluppato e messo in atto dalla Regione Emilia Romagna.
Questo progetto ha previsto azioni coordinate per preservare le popolazioni residuali isolate di insetti forestali (e non solo) dal 2016 al 2022. Le azioni concrete di conservazione sono state la creazione di alberi habitat, il ripristino di microhabitat forestali, la riproduzione ex situ (captive breeding) e le reintroduzioni degli animali riprodotti, unitamente alla divulgazione e informazione della cittadinanza.
Le 2 specie di insetti saproxilici interessate dal progetto Life Eremita sono state lo Scarabeo eremita odoroso e la Rosalia alpina.