Il “decluttering”, termine con cui si intende l'azione del mettere in ordine, è senza ombra di dubbio uno dei trend topic degli ultimi anni.
Il metodo KonMari
Il merito di questa scalata al vertice ha un nome e un cognome ben preciso: Marie Kondo. Giapponese, classe ’84, è l’ideatrice del Metodo KonMari. C’è una serie Tv che porta il suo nome. Nel trailer di presentazione viene testualmente definita come la guru dell’ordine. Il suo lavoro è quello di aiutare i clienti a eliminare il disordine e scegliere la felicità. Il suo primo libro, Il magico potere del riordino (Vallardi Editore), è diventato un caso editoriale internazionale, con oltre 3 milioni di copie vendute.
Si parte con il vestiario e i relativi accessori, per proseguire con libri, carte e oggetti vari. Niente sfugge alla guru giapponese, che è arrivata ad affermare, con enorme soddisfazione, che i suoi clienti nel corso degli anni hanno eliminato oltre un milione di oggetti. Fino al momento in cui, sempre secondo la Kondo, si percepisce un “clic” interiore che permette di capire qual è la corretta quantità di cose da possedere.
I 100 oggetti di Dave Bruno
Il clic per Dave Bruno, evidentemente, è arrivato a quota 100. Imprenditore americano, padre di 3 figlie, è l’autore de La Sfida delle 100 cose (Tecniche Nuove Editore). Bruno, superati i quarant’anni, si è sentito schiavo delle cose che lui credeva di possedere. Erano invece loro che possedevano lui e gli impedivano di vivere serenamente qualunque cosa facesse. Una volta acquisita questa consapevolezza, ha deciso che nella sua vita non avrebbe posseduto più di 100 oggetti e da allora la sua esistenza è cambiata per sempre. Non ha avuto il successo mediatico della sua collega giapponese, ma sono stati comunque in tanti che, seguendo il suo esempio, hanno pubblicato la foto delle loro 100 cose sotto l’hashtag #100thingchallenge. Bruno esclude dal conteggio i libri e tutti quegli oggetti che si condividono con gli altri membri della famiglia. Per il resto le regole sono chiare: la somma delle cose possedute, non importa la categoria di appartenenza, deve essere inferiore o uguale a 100.
La biografia, il metodo e le procedure di Marie Kondo e di Dave Bruno sono differenti e così distanti tra loro, da non avere probabilmente punti in comune. Quello che sicuramente accomuna le loro storie e permette di trovare il fil rouge in questi percorsi, apparentemente così diversi, sono i benefici che il decluttering porta nella vita delle persone.
Perché alleggerirsi?
Circondarsi di un numero eccessivo di oggetti appesantisce, non solo i luoghi nei quali si vive, ma anche l’esistenza stessa. Il possesso logora e liberarsi di questo fardello fatto di cose alle quali non si è affezionati, è un po’ come spezzare delle catene che tengono l’essere umano legato a terra. Solo così si avrà la possibilità di spiccare il volo e seguire quei sogni e quelle volontà soffocate. Trovando il coraggio e la forza di intraprendere il percorso del decluttering, l’essere umano inizia ad accettarsi per quello che realmente è, senza più nascondersi dietro degli oggetti, acquisendo fiducia in sé stesso e aprendosi alle relazioni con gli altri con maggiore entusiasmo e serenità.
L’immagine che può accompagnare in questo percorso è quella di una mongolfiera. Si può cercare di incrementare la potenza del bruciatore ma finché non si riuscirà a gettar via i sacchetti di sabbia che la tengono ancorata, sarà impossibile alzarsi da terra.
Leggendo le storie di chi ha voluto provare, si possono incontrare persone che hanno iniziato liberandosi di paia di scarpe mai utilizzate, di pantaloni acquistati solo perché andavano di moda in anni passati o di borse abbandonate negli armadi. Successivamente, quasi senza accorgersene, hanno deciso di eliminare app che inviano notifiche a cui non prestavano attenzione o sono usciti da social network che risucchiavano il loro tempo. Il decluttering, iniziato nella loro camera da letto, ha finito per coinvolgere tutta la loro vita.
Si può quindi affermare che praticare il decluttering non è un’azione fine a se stessa: eliminare cosa realmente non ci serve o non ci trasmette nessuna emozione è l’inizio di un percorso verso uno stile di vita minimalista. L’essere umano sarà così in grado di trovare un equilibrio e una piena consapevolezza interiore: da quel momento riuscirà così a dedicare il proprio tempo, la cosa più preziosa che si può possedere, a se stesso, alle persone care e alle sole cose che interessano davvero. Buon volo!