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Barriere coralline

Cosa sono e perchè sono in pericolo



Cosa sono e come si formano
Le barriere coralline (reefs) sono ecosistemi costituiti da formazioni rocciose sottomarine biogeniche, formate ed accresciute dalla sedimentazione di scheletri calcarei dei coralli, colonie di migliaia di piccoli animali invertebrati detti polipi.
I fattori determinanti per la crescita dei polipi sono la temperatura, la quantità di luce, la salinità e la trasparenza dell’acqua con pochi sedimenti. I polipi convivono con le Zooxantelle, alghe unicellulari che attraverso la fotosintesi permettono ai coralli di costruire esoscheletri di carbonato di calcio (CaCO3); la luce è quindi il carburante dei reefs.
Gli esoscheletri calcarei hanno duplice funzione, di sostegno e di difesa, e con il passare del tempo iniziano ad assemblarsi fino a creare un’ossatura dura quanto una roccia; questo rende i polipi animali sessili, ossia perennemente ancorati al substrato.

Dove si trovano?
I principali reefs si trovano solo nelle zone tropicali in cui la temperatura dell’acqua varia tra i 18°C e i 30°C ed il mare è poco profondo. 
La più estesa barriera corallina del mondo è la Grande Barriera Corallina dell’Australia, che si estende per ben 2.300 km.

Tra gli altri sistemi corallini più famosi al mondo troviamo il Mar Rosso, le Maldive, il Triangolo dei coralli tra l’Indonesia e le Filippine, e la Polinesia con le Isole Fiji. Nelle zone equatoriali in cui sono invece presenti correnti fredde (come le Isole Galápagos) il loro sviluppo è scarso.

Ruolo ecologico e servizi ecosistemici
Nonostante occupino solo lo 0,1% del fondo oceanico, le barriere coralline svolgono un importante ruolo ecologico: costituiscono un vero hotspot di biodiversità, poiché ospitano il 25% di tutte le specie marine animali e vegetali del pianeta Terra.
I reefs inoltre formano una barriera fisica contro maree, cicloni, tsunami ed erosione della costa, assorbendo oltre il 90% dell’energia cinetica delle onde; da ultimo, forniscono ai pesci e agli altri animali riparo da predatori, terreno di riproduzione e cibo.

Le catene alimentari dei reefs sono ricche e complesse: ci sono organismi detritivori che riciclano il materiale che cade sul fondale, organismi che si nutrono di plancton, pesci e invertebrati erbivori e anche carnivori come gli squali. Alcune specie si nutrono dei coralli stessi: un esempio è il coloratissimo pesce pappagallo che con il suo becco è in grado di sgretolare lo scheletro calcareo.
Questi ecosistemi costituiscono la fonte di alimentazione per oltre 500 milioni di persone in tutto il mondo e di conseguenza l’occupazione nel settore della pesca. Sono inoltre meta di grande turismo.

Minacce
  • Cambiamento climatico: il fenomeno dello sbiancamento dei coralli (bleaching) è una conseguenza della morte dei polipi causata da malattia e soprattutto dall’aumento della temperatura delle acque.
  • Acidificazione degli oceani: l’utilizzo di combustibili fossili ha causato l’aumento dei livelli di diossine, le quali hanno di conseguenza incrementato l’acidità delle acque. A causa di questa reazione chimica, i coralli diminuiscono la loro capacità di produrre esoscheletri di carbonato di calcio.
  • Inquinamento da fertilizzanti e pesticidi utilizzati lungo le coste.
  • Inquinamento da plastica e microplastiche.
  • Pesca intensiva.
  • Turismo irresponsabile (snorkelers e subacquei che rompono accidentalmente i coralli con le pinne).
  • Stella marina corona di spine, specie invasiva che distrugge i coralli.
Secondo l’IPPC 2024 (Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico) se non verranno attivati programmi globali per la mitigazione dei danni causati dalle suddette minacce, le barriere coralline scompariranno entro la fine di questo secolo.
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Riguardo l'autore

Arianna Ceresoli

Arianna Ceresoli

Area: Salute e benessere - Ambiente