Il declino degli insetti
La biodiversità degli insetti è in declino su scala globale: molte popolazioni stanno già calando dell’1-2% all’anno, una tendenza preoccupante riconducibile ai cambiamenti climatici e ambientali prodotti dalle attività umane. A lanciare l’allerta sono 12 articoli pubblicati da 56 ricercatori in uno speciale della rivista dell’Accademia americana delle scienze (Pnas). Con più di un milione di specie descritte e una storia evolutiva di oltre 400 milioni di anni, gli insetti potrebbero sembrare destinati a dominare incontrastati sul Pianeta, eppure non è così. Rischiano infatti di affrontare una “morte dai mille tagli” per effetto di molteplici fattori, come gli eventi climatici estremi, l’urbanizzazione, la deforestazione e l’inquinamento. Gli insetti forniscono anche agli esseri umani miele, seta, cera, coloranti e, in molte culture, cibo. Oltre a ricoprire un ruolo fondamentale nella ricerca medica e biologica di base, infine, gli insetti sono una delle forme di fauna selvatica più facilmente accessibili, con una diversità di morfologia, storia della vita e comportamenti che sembrano pronti per stimolare l’apprezzamento della natura e della sua conservazione. Alla luce dell’importanza degli insetti per l’esistenza umana e delle tendenze negative nell’abbondanza e nella diversità delle specie che sono state dimostrate in numerosi studi recenti, è fondamentale che le persone imparino come possono agire.
Fondi per l’economia circolare
Nel disegno del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza è previsto il finanziamento del primo piano italiano per l’economia circolare, un modello economico di cui si parla da anni in cui tutte le attività, a partire dall’estrazione e dalla produzione, sono organizzate in modo che i rifiuti di qualcuno diventino risorse per qualcun altro.
Il governo ha stanziato 2,1 miliardi di euro di risorse e promesso un piano comprensivo per l’economia circolare entro l’estate del 2022. Nel PNRR ha anticipato che l’obiettivo principale del piano sarà «potenziare la rete di raccolta differenziata e degli impianti di trattamento/riciclo» e raggiungere alcuni target fra cui il riciclo del 65% dei rifiuti plastici, che al momento a livello nazionale si ferma al di sotto del 50%.
L’elettricità wireless
Una startup neozelandese sta lavorando a un modello di trasferimento di energia senza fili per uso commerciale, una tecnologia già usata in alcuni campi.
È una tecnologia che ha finora trovato applicazioni specifiche in ambito spaziale e militare, ma non ha mai prodotto alternative commerciali alle tradizionali infrastrutture energetiche pubbliche. Il tentativo è ritenuto importante e prezioso per le implicazioni – sia nei vantaggi che nei rischi – relative a un possibile utilizzo futuro su larga scala di un modello simile di trasferimento di energia senza fili.
L’idea di trasmettere energia elettrica attraverso l’aria creando un campo magnetico tra circuiti fisicamente separati era già alla base di molti innovativi esperimenti condotti nella seconda metà dell’Ottocento dall’inventore, fisico e ingegnere Nikola Tesla. La bobina di Tesla (o “trasformatore risonante”) era un dispositivo in grado di produrre elettricità a corrente alternata tra circuiti elettrici accoppiati in risonanza, in sistemi funzionanti a corte distanze. Lo stesso Tesla era tuttavia convinto di poter utilizzare questa tecnologia per sviluppare un’energia wireless a lungo raggio.