Il contratto collettivo del settore domestico, entrato in vigore dal 1.10.2020, prevede la certificazione per baby sitter, colf e badanti. In più, la nuova figura dell'“educatore formato”. Cosa cambia, anche nelle retribuzioni. Niente più improvvisazione per chi sta cercando una baby sitter affidabile e con credenziali.
L’educatore formato: cosa fa?È una nuova figura con compiti “speciali”, pensata per assistere le famiglie che avessero figli con difficoltà di vario tipo: sono persone che aiutano i genitori e seguono un progetto elaborato da un professionista, per il figlio che avesse, ad esempio, difficoltà di apprendimento oppure problemi di carattere psichico o relazionale. Hanno il compito di portare avanti un progetto educativo e riabilitativo, concordato tra datore di lavoro e professionista come può essere uno psicoterapeuta o un medico, per consentire l’inserimento o reinserimento del bambino o del ragazzo nei rapporti sociali. È il caso, per esempio, dei bambini con autismo, che necessitano di un sostegno ulteriore rispetto a quello che ricevono a scuola.
Chi è l’educatore formato?
Al momento rientrano in questa categoria professionisti come gli psicologi, psicoterapeuti o altri esperti già esistenti, che abbiano competenze e formazione specifica a seconda delle patologie sulle quali devono intervenire.
Il contratto appena rinnovato prevede una retribuzione sulla base delle categorie già esistenti nel settore dei lavoratori domestici e nello specifico uno stipendio base di circa € 1.200,00. Ma esistono realtà locali, come in Sardegna, dove è possibile avvalersi di queste figure, vedendosi rimborsate le spese dal Servizio sanitario regionale.
Il certificato di qualità
Per i lavoratori del settore domestico, infatti, arriva anche la “certificazione di qualità”: è nata dall’esigenza delle famiglie di affidarsi a operatori formati, in particolare baby sitter e colf. I primi corsi sono già partiti: prevedono 40 ore di formazione base, alla quale se ne aggiungono 24 specialistiche per badanti e baby sitter, dunque per lavoratori che si occupano di persone e non semplicemente della casa. Servono per professionalizzare maggiormente, come nel caso delle badanti, per esempio, indicando quale sia l’alimentazione migliore o l’approccio psicologico consigliato a seconda delle malattie. Ma nel monte ore sono previsti anche corsi per supportare i lavoratori e le lavoratrici, come appunto le badanti - che svolgono mansioni dalla scarsa socializzazione e che non hanno la possibilità di scambi con colleghi di ufficio. Per ottenere la certificazione occorre una frequenza minima dell’80% ai corsi organizzati dal sindacato di categoria, una padronanza della lingua italiana e il superamento di un test finale, oltre a requisiti come l’aver già prestato servizio per almeno 12 mesi nel settore.
Da gennaio 2021 saranno certificate anche le competenze introducendo criteri che valutino le referenze o la precedente formazione presso altri Enti.
Chi si occupa delle persone e chi della casa
Il nuovo contratto, comunque, riguarda circa 860.000 persone e soprattutto supera l’attuale distinzione tra colf, badanti e baby sitter.
Il vero discrimine diventa tra coloro che si occupano della casa nella quotidianità e chi invece si prende cura di un componente della famiglia, in particolare bambini con meno di 6 anni.
In quest’ultimo caso è stato riconosciuto che si tratta di un compito più gravoso e delicato, quindi la baby sitter ha diritto a un’indennità superiore.
In particolare, anche per chi non avesse già maturato un’esperienza di 12 mesi, come previsto in precedenza (livello A super) sarà riconosciuta una retribuzione maggiorata (livello B super).
Secondo un principio analogo, la collaboratrice domestica con un’esperienza inferiore a 1 anno, ma che si occupi di più mansioni (per esempio, oltre alla pulizia, anche mansioni di lavanderia o stiratura), potrà entrare a un livello superiore a quello di base (B invece che A).