Anche in Italia prende piede il fashion renting che consente di noleggiare abiti, borse, scarpe e accessori di alta moda a prezzi accessibili per far fronte al consumo ingiustificato di vestiti destinati a rimanere chiusi nell’armadio per anni.
In Italia, il fenomeno sta prendendo piede grazie ad alcune startup come “Dress you can” e “Drexcode” che offrono un servizio di noleggio abiti e accessori firmati da case di moda importanti, look creati da stilisti emergenti, capi vintage e moderni. I noleggi vengono perlopiù gestiti attraverso piattaforme
on line all’interno delle quali si scelgono e prenotano gli abiti da noleggiare con ritiro in sede o consegna direttamente a casa. I noleggi durano 4 giorni e includono il servizio di tintoria, il servizio di sartoria su misura e, con una piccola quota aggiuntiva, prevedono anche un’assicurazione contro danni lievi e macchie. Inoltre, è consentito noleggiare più abiti e pagare solo quelli effettivamente indossati.
Dopo il car sharing, la sharing economy non poteva non colpire anche il mondo della moda. Ci troviamo ormai di fronte a una tendenza sempre più ricorrente tra le generazioni più giovani e attente alla sostenibilità: i consumatori non sono più attratti dai prodotti in sé, ma dall’esperienza che il loro utilizzo può regalare.
In questo scenario, il possesso di beni come auto e vestiti passano in secondo piano rispetto ai viaggi e ai divertimenti. Così, l’approccio “usa e getta” è destinato a trasformarsi lasciando spazio a iniziative di consumo più consapevoli e responsabili. Proprio come il fashion renting che ci auguriamo possa sostituire una volta per tutte un’industria impattante e poco promettente per il futuro del Pianeta intero.